Premierato all'italiana by Alessandro Sterpa

Premierato all'italiana by Alessandro Sterpa

autore:Alessandro Sterpa [Sterpa, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: DEAGOSTINI LIBRI
pubblicato: 2024-06-26T12:00:00+00:00


2. Il ruolo (troppo) debole del Presidente del Consiglio eletto

Sotto il profilo della composizione del Governo, che resta organo complesso formato da Presidente, ministri e Consiglio, il “Premier” eletto per quanto previsto dalla proposta del Governo Meloni non ne diviene il vertice formale e neppure se ne rafforza formalmente il ruolo politico.

Il “Presidente eletto” non può, diversamente dal Premier britannico o dal Cancelliere tedesco, nominare e revocare i ministri, che restano di nomina del Presidente della Repubblica pur se a lui proposti. Come accade ora, dunque, si potrà verificare una dialettica sulla scelta dei nomi della squadra di Governo tra i due Presidenti; inoltre – cosa ben più rilevante – per rimuovere un ministro che non operi nell’ambito dell’indirizzo politico del Governo sarà necessario l’impiego dell’istituto della “sfiducia individuale” al singolo componente dell’esecutivo, come reso possibile dai regolamenti parlamentari.

Ciò significa che il Parlamento manterrà (o meglio i partiti di maggioranza manterranno) un’ampia capacità di condizionare la composizione dell’esecutivo e con essa l’indirizzo politico anche frenando la capacità decisionale del Presidente eletto. Si ricordi che, dopo il noto “caso Mancuso” e la relativa giurisprudenza costituzionale che ha considerato la sfiducia al singolo ministro quale istituto pienamente operante nella forma di governo prevista in Costituzione,6 non c’è più stato alcun caso di successo della “sfiducia individuale”: in questo senso il permanere del rapporto fiduciario in uscita, in assenza del potere di revoca del ministro da parte del “Premier” eletto, consegna un quadro di probabile immobilismo nell’aggiornamento della “squadra di governo”. Un aspetto del tutto contraddittorio con l’introduzione dell’elezione diretta, a maggior ragione se si pensa che il Presidente del Consiglio scelto dai cittadini non è sostenuto da un solo partito ma da una coalizione, almeno per come è attualmente il sistema dei partiti in Italia.

L’assenza di un ruolo formale di vertice del “Premier” eletto potrebbe comportare in teoria che neppure la normativa primaria che disciplina il rapporto tra gli atti del Presidente del Consiglio e quelli dei ministri possa essere adeguatamente aggiornata per rafforzarne i poteri di indirizzo, promozione e coordinamento; poteri che potrebbero restare fermi all’attuale margine di manovra consentito dal testo costituzionale secondo il quale, come noto, ai sensi dell’art. 95 Cost., «il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri».7 Tuttavia, come è stato fatto notare, nonostante la giurisprudenza costituzionale tenda a confermare la lettura del Presidente del Consiglio come un primus inter pares «senza preminenza sugli altri ministri» (sent. n. 262 del 2009), la normativa contenuta nella legge n. 400 del 1988 e nel d. lgs. n. 303 del 1999 tende già ora a rafforzare concretamente il ruolo del Presidente,8 e non è difficile immaginare che possa farlo a maggior ragione dopo la riforma che ne preveda l’elezione diretta.9

Un altro profilo rilevante è costituito da quella che potremmo definire come una vera e propria “fiducia combinata” che rischia di dar vita a un “doppio indirizzo politico”: il Presidente



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